L'INQUIETANTE PRESENZA DI PADRE CARMELI

Casa Carmeli, nel Settecento, era un luogo meraviglioso e molto noto soprattutto per la sua imponente libreria. Dalle vostre espressioni è chiaro che invece oggi non è poi così nota, per cui forse è il caso che vi dica che l'ingresso si trova in via Galileo Galilei al civico 36. Questo luogo tutt'oggi meraviglioso deve il suo nome a padre Michelangelo Carmeli. Costui entrò in convento nel 1723, ma ciò non gli impedì di essere il primo docente di Lingue orientali dell'ateneo patavino. Conosceva a menadito il latino, il greco, l'ebraico e l'arabo, era un profondo conoscitore dell'Islam e non si occupava solo di traduzioni, ma si dava anche a studi biblici, dissertazioni filologiche e studi di antiquaria. Non contento, il Carmeli pensò di costruire a proprie spese una biblioteca accessibile a chiunque. Questo progettino nel 1761 contava circa 22.000 volumi, tra cui ben 420 pregiati e antichi manoscritti, ma soprattutto si trattava di una biblioteca insolita per un convento, perché vi erano conservati testi sia sacri che profani. Già che c'era il monaco decise di abbellirla anche con affreschi e quant'altro.

Fortunatamente il buon Carmeli era già morto quando, nel 1797, le truppe francesi allontanarono i frati occupando il convento per farne un ospedale militare e finendo per saccheggiare e distruggere quasi tutto l'archivio. Come se non bastasse, nel 1995 un fulmine aprì uno squarcio nella sua volta. Ma non temete, circa 18.000 dei volumi che un tempo erano qui custoditi ora si trovano presso la Biblioteca universitaria e il liceo Tito Livio.

Comunque noi, diciamocelo, non siamo qui per parlare della biblioteca. Già, perché il fatto è che padre Carmeli mori il 15 dicembre 1766 in circostanze poco chiare. Nonostante la stazza, che prometteva lunga vita e buona salute, a inizio anno perse sonno e appetito. Come potrete immaginare, si vociferò di foschi retroscena e di complotti all'interno del convento. Nonostante i medici non diagnosticarono nulla di sospetto, qualcuno parlò di un possibile avvelenamento da parte dei suoi confratelli, causato dal clima di invidia che si era creato. A ogni modo, avvelenato o meno, il Carmeli sembra non essersene mai andato da questo luogo. Come biasimarlo, con quello che ci avrà speso.

Le dicerie iniziarono quando uno dei restauratori si lamentò di alcuni episodi inquietanti e inspiegabili. Durante il ripristino degli affreschi, i presenti raccontavano di sentire inspiegabili voci di approvazione. Altri operai dichiararono invece di trovare ogni mattina le porte della libreria montate e tutto in ordine, nonostante'prima di andarsene le avessero lasciate appoggiate al pavimento. Inoltre, durante le prove del funzionamento delle apparecchiature acustiche puntualmente si verificava qualche inconveniente tecnico che costringeva ali 'interruzione. Lasciatemelo dire, sono proprio scherzi da prete.

Risultati immagini per libreria antica

   

PDF
 
TORNA TORNA
tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori